giovedì 18 aprile 2013
"SCRITTI ALCHEMICI E MASSONICI" DI PAOLO LUCARELLI
Paolo Lucarelli, Scritti alchemici e massonici di un grande alchimista del nostro tempo, Mimesis Editore, 2012 (€.28,00)
Gratianus, alchimista di cui abbiamo già recensito il libro "L'arca d’argento", si è fatto carico di raccogliere gli scritti di Paolo Lucarelli nel periodo 1978-2005.
È un’opera ponderosa, per la quale si deve ringraziare non solo il curatore, ma anche l’illuminata disponibilità della Mimesis che si è fatta carico di un impegno editoriale non indifferente.
Ma chi era Paolo Lucarelli? Sebbene il suo nome sia molto noto negli ambienti esoterico-massonici, non sono molti a conoscere la sua biografia. Non molti sanno, ad esempio, della sua solida preparazione scientifica, culminata con la laurea in Fisica.
Molti conoscono la sua appartenenza massonica (che lo porterà fino al 33° grado del Rito Scozzese Antico ed Accettato - a riguardo del quale ha scritto alcuni saggi indimenticabili presenti nel volume - e a prestigiosi incarichi nel Grande Oriente d’Italia), ma pochi sanno che questa esperienza precedette temporalmente il suo interesse per l’alchimia, e certamente ne rappresentò uno stimolo.
Non molti sono a conoscenza del fatto che fu l’ultimo (e dopo la morte di Jean Laplace anche l’unico) erede spirituale di Eugene Canseliet, a sua volta erede del sapere di Fulcanelli.
Fu proprio la scomparsa del sodale e fraterno amico Laplace - avvenuta nel 1996 - a imprimere in Lucarelli una svolta ancora più spirituale di quanto già non manifestasse in precedenza. In questo periodo si avvicina anche al Taoismo, al Sufismo, alla mistica Orientale. Fu come se «la profonda emozione lo spingesse a ricordare al ristretto gruppo di allievi operativi che ruotavano attorno a lui [Gratianus è tra questi? Io credo di sì] i limiti della condizione umana, e l’inevitabile profonda solitudine di chi si avvicina alla Conoscenza del Sacro: Initium Sapientiae Est Timor Dei», come ci ricorda il curatore nelle pagine finali del volume, dedicate alla biografia del Maestro.
E noi, guidati da queste parole, ci accorgiamo, leggendo i vari saggi, di questo cambiamento: i primi lavori ci appaiono talvolta di approfondimento culturale (sebbene sempre intimamente vissuti, come le parole lasciano trasparire in filigrana), mentre i contributi più tardi sono più intimi, diventano espressione viva e vitale dell’esperienza iniziatica. Forse più difficili da intendere - come dev’essere necessariamente nell’ambito di una disciplina iniziatica - ma certamente anche più veri, come se l’intuizione si fosse fatta carne, come se lo Spirito emergesse con prepotenza in ogni parola.
Eppure resta in Lucarelli il desiderio di comunicare a chi sia in grado di intendere, senza far pesare all’interlocutore la sua straordinaria posizione, che è quella del Maestro, un Maestro vero. È un Maestro che parla al cuore e alla mente, con la generosità di chi dona la propria conoscenza, pur nella consapevolezza che gran parte del percorso dovrà farla (se vorrà e potrà) l’interlocutore, l’allievo assetato di sapere.
Paolo Lucarelli scrive fino all’ultimo, fino al 14 luglio 2005, data in cui muore o - per meglio dire - «lascia questa manifestazione». Dietro di lui un vuoto immenso, riempito solo dalla speranza che i suoi insegnamenti non vadano perduti.
Ci penseranno i suoi allievi, ci sta pensando Gratianus, cui va il nostro riconoscente omaggio.
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