sabato 28 aprile 2012

UNA MERIDIANA MASSONICA DI GIOVANNI FRANCESCO ZARBULA


Nei pressi di Sestriere è possibile ammirare una meridiana con evidenti simboli massonici (squadra e compasso sovrapposti), opera che Giovanni Francesco Zarbula eseguì nel 1872.
Dal libro di Mario Anesi "Al tempo segno il passo, all'uom la vita" (edito dalla Società Storica delle Valli di Lanzo, 2003) ricaviamo le seguenti informazioni:  

"Giovanni Francesco Zarbula (...) nativo di Vigone, lavorò a cavallo delle Alpi dal 1830 al 1880 nel Pinerolese, Val Germanasca, Val Chisone, ma soprattutto sul versante francese, Briancon, Valle del Queyras. A chi gli domandava quale fosse il suo lavoro, rispondeva: "J'attrape le temps" (catturo il tempo). In cinquant'anni di attività costruì innumerevoli meridiane su case private, chiese, campanili, municipi, con stile e decorazioni inconfondibili: animali fantastici, uccelli, vasi di fiori e... squadre e compassi sovrapposti. Così usava firmare le sue opere. Evidentemente massone, affiliato a una loggia francese (da noi c'era la Restaurazione), i parroci lo lasciavano fare, salvo raschiargli la firma a lavoro compiuto".


Nel link che segue, la foto della meridiana di Sestriere:


http://www.freemasons-freemasonry.com/Masonic_Sundial.html


martedì 24 aprile 2012

GLI ANTICHI DOVERI

Frontespizio delle Costituzioni di Anderson del 1723

Tavola del F.llo Alessandro Ruzzi della GLRI sugli Antichi Doveri, così come riportati dalle Costituzioni di Anderson del 1723; viene proposta anche una loro nuova traduzione.

http://www.chimera160.it/pdf/antichid.pdf



martedì 17 aprile 2012

L'ILLUMINISMO DEI ROSA-CROCE DI FRANCES A. YATES




Frances A. Yates, L’illuminismo dei Rosa-Croce, Mimesis Editore, 2011 (€.28,00).

Merita un plauso l'editore Mimesis per avere ridato alle stampe un'opera fondamentale della studiosa dell’Istituto Warburg, Francis Amelia Yates: “L'illuminismo dei Rosa-croce” (dopo che l'opera originale era stata pubblicata nel 1972 in Inghilterra e che l'edizione italiana del 1976, per i tipi di Einaudi, era andata esaurita da tempo).
Certe opere hanno il merito di segnare un punto di svolta, di abbattere paradigmi comunemente accettati, di aprire nuove vie alla comprensione di certi avvenimenti e di certe scuole di pensiero. Così è per quest’opera, sebbene la stessa autrice ci metta in guardia sin dalla prefazione da facili sensazionalismi: “Come può un rosacroce essere illuminista? Il fatto è che sto usando rosacroce in un senso strettamente e storicamente limitato, e non sto usando illuminismo nel suo usuale senso strettamente e limitatamente storico.(…) Rosacrociano in questo senso puramente storico rappresenta una fase della storia della cultura europea intermedia tra il Rinascimento e la cosiddetta rivoluzione scientifica del the XVII secolo.”
Rosacrocianesimo è dunque per la Yates uno stile di pensiero: “Vorrei cercare di persuadere le persone e gli storici ad usare il termine rosacrociano. Questo termine suscita pessime associazioni d'idee, dovute ad asserzioni acritiche di occultisti concernenti l'esistenza di una setta o società segreta, autodenominatasi Rosa-croce, di cui essi pretendono di descrivere la storia e l'associazione… Per parte mia vorrei suggerire di usare questo termine per definire un certo stile di pensiero storicamente riconoscibile (…)”.
La tesi della Yates è quindi che in quel delicato periodo che fece da tramite tra il Rinascimento e la rivoluzione scientifica ci fu continuità e non frattura.
Per dirla con le parole di Claudio Bonvecchio (il cui saggio d'apertura vale quasi quanto il libro stesso): “La Yates segnalava con sensibilità quasi profetica il profondo disagio dei contemporanei nei confronti del pensiero scientifico: considerato asservito alla tecnologia. Rilevando, nel contempo, come ciò desse origine ad un rinnovato interesse per l'esoterico e il religioso: visti entrambi in chiave compensative di un vuoto che sembrava - come è accaduto e accade ancora - non facilmente colmabile. Inoltre, questo interesse - e particolarmente quello per la tradizione esoterica - aveva alle spalle i sospetti del positivismo ottocentesco e del neo positivismo novecentesco, che vi vedevano una pericolosa deriva di latenze superstiziose o di nostalgie culturalmente regressive e antiscientifiche: da combattere con ogni mezzo e ad ogni costo. Non che, oggi, le cose stiano tanto meglio, anche se il ciclone della New Age - malgrado le deprecabili forzature, le ricadute culturali, la colpevole superficialità e il banale consumismo in cui è in corso - ha, quanto meno, avuto il merito di portare alla superficie e rendere osservabile (e parlabile) quanto in passato non lo era: come l'esoterismo, per l'appunto. E all'esoterismo o, più specificatamente, all'ermetismo sono rivolti gli sforzi della Yates che - protetta dal postulato dell'oggettività storica - vuole operarne un’intelligente ed attenta valutazione. Infatti (…) costante sarà lo sforzo di dimostrare che l'antico ermetismo, innestandosi sulla grande tradizione esoterica rinascimentale, è stato la levatrice di un moderno capace di coniugare l'uomo con la natura e con lo spirito. E non già di separarlo: come avverrà lentamente, con l'affermarsi di uno scientismo dogmatico, rozzo, positivista e metafisico. Su questa linea, la Yates ha profuso i suoi sforzi e le sue energie per ribadire che l'ermetismo/esoterismo non era in contrasto con il sapere scientifico, ma proponeva un sapere in cui l'uomo fosse il centro propulsore.”
D'altra parte, come dimenticare che Newton - considerato il padre intellettuale degli illuministi - incarnò alla perfezione questo trait d’union? Esemplificativo un passo del libro: “accostarsi a Newton attraverso l'alchimia rosacrociana può contribuire non solo a individuare il filone unitario dei suoi studi fisici e alchimistici, ma anche a integrarli con quelli sulla devozione ebraica, che troviamo alla base dei suoi studi storici”.
Per finire, in questa preziosa opera spicca come un importante documento il capitolo su “Rosacrocianesimo e massoneria”, che indaga il filo conduttore esistente tra queste due esperienze iniziatiche, senz'altro le più importanti dopo il periodo rinascimentale.
A completare il libro, in appendice, due dei manifesti Rosacrociani: Fama fraternitatis e Confessio fraternitatis.
                                                                                  Marco Rocchi

giovedì 12 aprile 2012

LA TAVOLA DI TRACCIAMENTO IN GRADO DI APPRENDISTA

Tavola di tracciamento in primo grado

Un interessante articolo del F.llo Jean-Michel David (in inglese) sul significato della tavola di tracciamento in grado di apprendista:

http://www.lodgeofresearch.com/papers/18_david.html

sabato 7 aprile 2012

APPRENDERE L'UMILTA'



Proponiamo una tavola intensa e sincera sul tema "Apprendere l'umiltà", tracciata in grado di Apprendista dal F.llo N.G. della R.L. Victor Hugo 1893 all'Or. di Urbino:

http://www.box.com/s/3bfef98137bab3e8d1e7

mercoledì 4 aprile 2012

"GNOSI. NOSTALGIA DELLA LUCE" DI BIONDI, BONVECCHIO, LETTIERI, RINALDI



Graziano Biondi, Claudio Bonvecchio, Gaetano Lettieri, Giancarlo Rinaldi (a cura di Piero Vitellaro Zuccarello). Gnosi, nostalgia della luce. Mimesis, 2012, (€.10,00).




Quattro saggi preziosi su un argomento affascinante come quello della Gnosi: è questo che ci offre il volume edito dalla casa editrice Mimesis - da sempre attenta a queste tematiche - e curata da Piero Vitellaro Zuccarello, con il patrocinio dei Collegia Mediolanum – Capitolium del Rito Simbolico Italiano.
Ma ciò che rende particolarmente prezioso l'agile volumetto di 84 pagine è il rigore scientifico dei quattro saggi, opera di altrettante autorità in ambito accademico: e non è poco, in un settore in cui spesso ciò che il mercato editoriale propone è confuso e superficiale.
Il primo contributo, introduttivo, è di Giancarlo Rinaldi (Università L'Orientale di Napoli) ed affronta il problema delle fonti per lo studio dello gnosticismo e, con esso, la dibattuta questione se lo gnosticismo vada considerata un'eresia nata e sviluppata in ambito cristiano o non affondi piuttosto le sue radici nel giudaismo o nelle religioni dualistiche iraniche. Certo il suo contributo, “Testi e documenti per la storia dello gnosticismo”, ricco di note e richiami bibliografici, è di non sempre facile lettura. Ma questo è il prezzo che si paga inevitabilmente per il rigore scientifico. E in un campo in cui il rigore a volte sembra non avere fatto presa, la ricchezza bibliografica di questo saggio risulta quanto mai apprezzabile. Come Rinaldi riferisce, il suo contributo è parte di un capitolo di un volume di imminente pubblicazione dal titolo “Cristianesimi nell'antichità”. Chi avrà letto il breve saggio qui presentato lo aspetterà con ansia.
Nel secondo contributo, Gaetano Lettieri (Università La Sapienza di Roma) affronta un aspetto molto specifico, addentrandosi nel conflitto intellettuale che vide contrapposti il filosofo neoplatonico Plotino ed alcuni suoi allievi gnostici. Fu una battaglia filosofica, quella che Lettieri descrive brillantemente, nella quale Plotino si impegnò stigmatizzando lo gnostico disprezzo dell’armonia e della bellezza sensibile. Memorabili in questo senso le sue parole: “Non si può, dunque, diventare buoni disprezzando il mondo, gli dèi che sono in esso e le altre cose belle”.
Il terzo contributo, di Graziano Biondi (Università di Urbino “Carlo Bo”), affronta la complessa figura di Basilide, filosofo gnostico dalle caratteristiche molto peculiari, che era già stato oggetto di un suo ponderoso saggio, certamente il più ricco e aggiornato sull'argomento, dal titolo: “Basilide. La filosofia del dio inesistente” (Manifestolibri, 2005). Oggetto di questo saggio, comunque, è in particolare il legame complesso e sottile tra il Nous di Basilide e il Logos di Giovanni.
Infine, nell'ultimo saggio, Claudio Bonvecchio (Università dell’Insubria di Varese), affronta con la consueta brillantezza un argomento che a prima vista potrebbe apparire come una contraddizione in termini: il complesso rapporto tra gnosi e politica. In realtà, Bonvecchio mostra con chiarezza che il rifiuto del mondo da parte degli gnostici si è sviluppato lungo due direttrici principali: quella ascetica di chi, rifiutando il mondo, lo rifugge rinchiudendosi in una sfera intimista e spirituale, e quella libertina e rivoluzionaria che manifesta il rifiuto del mondo combattendone le regole e facendosi così portatrice di pulsioni rivoluzionarie. Il saggio di Bonvecchio termina con l'acuta analisi dell'opera di recupero della Gnosi da parte di due grandi intellettuali del calibro di Hermann Hesse e Carl Gustav Jung.
Raramente una raccolta di contributi nata dagli atti di un convegno risulta di così piacevole e stimolante lettura.

Marco Rocchi