Recensione libraria:
Carlo De Raffaele, De Secretis Operibus Artis et Naturae, Bastogi Editore, 2011 (€.8,00)
Il libro di Carlo De Raffaele, che si pone come una sintesi di diversi precedenti contributi dell’Autore, propone un affascinante viaggio nel misterioso mondo dei Rosacroce e indaga il legame tra Rosacrocianesimo, Massoneria e chiesa Cattolica. L'opera prende le mosse da una disamina del problema dell'identità del fondatore della confraternita dei Rosacroce: che Christian Rosenkreutz fosse una figura mitica non v'erano dubbi, ma De Raffaele avanza l'ipotesi, sulla base di un manoscritto conservato a Maiorca, che il vero fondatore dell'Ordine sia stato nientemeno che Raimondo Lullo, filosofo, alchimista e cabalista spagnolo, sulla cui figura per certi versi Christian Rosenkreutz sembra ricalcato.
In particolare, ad accomunare i due personaggi, oltre ad una sovrapponibile serie di esperienze biografiche, ci sarebbe la volontà condivisa e dichiarata di riunire tutti gli uomini in una comune religione universale.
Se l'ipotesi di De Raffaele fosse confermata, la mitica confraternita e il suo altrettanto mitico fondatore assumerebbero un carattere reale, e tutti i movimenti Rosacrociani sorti dopo la pubblicazione dei tre manifesti (Fama, Confessio e Nozze chimiche) tra il 1614 e il 1616 avrebbero una filiazione più o meno diretta con la confraternita fondata da Lullo.
Ma c'è di più, perché un altro manoscritto, conservato ad Oxford, e attribuito al filosofo francescano Ruggero Bacone – anche lui con forti interessi alchemici e occultistici –, spinge De Raffaele a sostenere anche la filiazione diretta della Libera Muratoria dalla Confraternita dei Rosacroce. Questo manoscritto sarebbe dunque, secondo l’Autore, un vero e proprio "manifesto primigenio della Massoneria", e proverebbe che “le origini della Massoneria, come pure della società segreta della Rosacroce, durante il medioevo vadano individuate proprio in seno a quell’istituzione che più ha combattuto ed ostacolato, nei secoli, le attività di entrambe: la chiesa Cattolica”.
Se scegliamo di usare il condizionale è perché queste ricerche, che devono ancora essere confermate, smentirebbero le teorie fin qui più accreditate dagli storici sulla origine della massoneria speculativa, che andrebbe così retrodatata al medioevo, anche se – nella nuova cornice che il lavoro di De Raffaele va delineando – l’intreccio tra massoneria speculativa e operativa sarebbe così aggrovigliato da sfumare i contorni delle due esperienze.
Se a tutto questo aggiungiamo che, in una nota iniziale, l'Autore riferisce di pressioni, furti e minacce ai suoi danni, ce n'è abbastanza per tingere di giallo una lettura già di per sé interessante.
Marco Rocchi
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